Archivio della categoria: Ambiente

16 venerdì Gen 2015

shopperI risultati della campagna di monitoraggio effettuata da Legambiente sul rispetto della legge sulle buste di plastica nella grande distribuzione organizzata (GDO) e presentati oggi alla stampa non solo confermano che la violazione della legge 28 del 24 marzo 2012 è un fenomeno di dimensioni rilevanti ma attestano anche la responsabilità di alcuni primari operatori della GDO.

La normativa italiana sulla riduzione del consumo di buste asporto merci monouso consente di ridurre l’inquinamento da plastica, facilita la raccolta differenziata del rifiuto organico e contribuisce a generare progetti industriali nel settore della bioeconomia con importanti ricadute occupazionali. Una legge lungimirante, il cui potenziale di ricaduta economica, sociale e ambientale è purtroppo fortemente limitato da questo stato di grave illegalità”, ha dichiarato Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche.

Oggi, di fronte a questa ennesima prova, Assobioplastiche si unisce all’appello di Legambiente affinché le istituzioni e gli organi preposti diano avvio ad azioni di contrasto, per il rispetto di una legge dello Stato e a tutela di quegli operatori della GDO e del piccolo commercio che hanno scelto la strada della legalità”, ha concluso Versari. Assobioplastiche ringrazia Legambiente per il suo operato a favore del rispetto della legge e conferma la sua disponibilità a collaborare con camere di commercio, associazioni di categoria, operatori della distribuzione e del commercio per favorire l’applicazione della normativa.

articolo scritto da Tommaso Tautonico
fonte: http://www.alternativasostenibile.it/articolo/sacchetti-di-plastica-fuori-legge-l-illegalita-e-ancora-molto-diffusa-.html

05 venerdì Dic 2014

  • La smart city Fujisawa sviluppata in collaborazione con Panasonic vorrebbe diventare un modello di sviluppo urbano sostenibile, alimentato da energia pulita, car free e ad emissioni zero. E’ stata finalmente inaugurata la smart city Fujisawa Sustainable Smart Town (SST), la città ad alta sostenibilità costruita nella periferia di Tokyo grazie ad un consorzio guidato da Panasonic. Completamente car free, la smart city giapponese è composta esclusivamente da villette unifamiliari ad energia zero, con pannelli solari e fotovoltaici, sistemi di accumulo dell’energia, domotica per il controllo dei consumi e la gestione intelligente dell’energia, illuminazione al LED e involucri edilizi altamente coibentati e ad alte prestazioni. Qualche mese fa si sono trasferiti i primi residenti di Fujisawa Sustainable Smart Town passando ufficialmente dalla fase di costruzione alla fase operativa durante la quale la città inizierà ad espandersi come qualsiasi altra città, ma attraverso l’attenzione all’ambiente e investendo come massima priorità sullo stile di vita degli abitanti.Fujisawa-Sustainable-Smart-Town-SST-1

Con l’obiettivo di trasformarsi in una vetrina di tecnologie ecoefficienti, il cuore pulsante della smart city Fujisawa è identificato con una vera e propria piazza centrale, suddivisa in cinque strutture che avranno il compito di diffondere ai cittadini ed ai visitatori tutte le informazioni relative ai servizi essenziali della smart city: l’energia, mobilità, sicurezza, salute e socialità.

Nella Fujisawa Square trova posto anche il centro di controllo dell’intera comunità incaricato di mantenere sotto controllo i consumi ed assicurarsi la funzionalità di tutti i servizi, dove confluiranno tutti i dati di sviluppo e le eventuali problematiche, per arrivare a sviluppare un modello di città intelligente perfettamente esportabile.

Fujisawa Sustainable Smart Town SST 4

MOBILITA’ SOSTENIBILE – Tra i molti aspetti interessanti della città, l’idea di vietare completamente l’accesso ai veicoli tradizionali è forse una delle caratteristiche più particolari. I residenti ed i visitatori potranno fare affidamento su una flotta di veicoli elettrici tra i più innovativi e su una rete capillare didistributori ad energia solare per la ricarica di scooter, auto e biciclette elettriche, messe a disposizione dalla città stessa.

 

Fujisawa Sustainable Smart Town SST2

LIFESTYLE – L’obiettivo della città ovviamente quello di migliorare la qualità della vita dei residenti, anche attraverso numerose aree verdi diversificata a seconda dell’utente finale (giochi per bambini, orto botanico, una piccola foresta, ecc), strutture sociali per promuovere l’integrazione della comunità, centri per il benessere e lo svago e la copertura wi-fi totale della città attraverso la quale i residenti potranno dialogare con l’autorità locale sottolineando problemi da risolvere o semplicemente monitorando i numerosi dati forniti in tempo reale sull’energia, sulla qualità dell’aria, sull’efficienza dei servizi, ecc..

Casa modello  -Fujisawa Sustainable Smart Town SST 1

SICUREZZA – Presupposto fondamentale di Fujisawa Smart Town è la sicurezza. Un centro di vigilanza attivo 24 ore su 24 sarà connesso son tutta la città attraverso molteplici videocamere e allarmi, assicurando la possibilità di vivere la città a qualsiasi ora del giorno o della notte senza timori.

Fujisawa Sustainable Smart Town SST 3

Al pari di qualsiasi città, Fujisawa Sustainable Smart Town  ha già in progetto di espandersi nelle aree limitrofe, aumentando il numero di residenze e soprattutto aprendosi a qualsiasi tipo di nuova soluzione tecnologica green che le aziende partner e non proporranno di sviluppare all’interno della città.

Fonte: www.rinnovabili.it

24 lunedì Nov 2014

stazione spaziale

In orbita intorno alla Terra, in condizioni di microgravità, la stazione spaziale internazionale è un laboratorio unico nel suo genere per esperimenti in ogni campo.

“Avamposto della colonizzazione dello spazio, laboratorio di ricerca scientifica unico nel suo genere, luogo di sperimentazione delle tecnologie più avanzate,” sono queste le parole con cui il sito dell’Agenzia Spaziale Italiana descrive la stazione spaziale internazionale (ISS), “il più importante programma di cooperazione internazionale mai intrapreso in campo scientifico e tecnologico”.

La stazione spaziale, abitata dal 2000, è un laboratorio scientifico in orbita intorno alla Terra che ospita esperimenti di medicina, biologia, fluidodinamica, scienze dei materiali, fisica delle particelle, meteorologia e astronomia a cui contribuiscono più di 69 nazioni, condotti in ambiente di microgravità. Uno dei vantaggi della stazione spaziale rispetto a veicoli senza equipaggio è la possibilità di fare manutenzioni e aggiungere negli anni nuovi esperimenti e nuovi strumenti; per esempio Samantha Cristoforetti  che ha portato a bordo anche una stampante 3D e una macchina per il caffè.

La ISS è principalmente un banco di prova per future missioni spaziali di lunga durata. A bordo si sviluppano nuove tecnologie e si testano gli effetti sul corpo umano della vita nello spazio, in vista di missioni oltre l’orbita terrestre. Sono moltissimi però gli studi che guardano verso il pianeta Terra e non solo verso Marte. Alcuni di questi sono raccolti in un video e una pubblicazione dal titolo inequivocabile: ISS Benefits for Humanity, dove si trovano storie di applicazioni terrestri delle ricerche svolte a bordo della ISS: dai bracci robotici in chirurgia, al miglioramento delle tecnologie per la depurazione dell’acqua nel Messico rurale.

Medicina – Molti fra gli esperimenti sono in ambito biologico e medico. Sempre sul sito dell’ASI leggiamo che “l’obiettivo strategico della ricerca spaziale nel settore delle scienze della vita è di consentire la vita umana nello spazio.”

Se per future missioni spaziali, magari su altri pianeti, è indispensabile studiare gli effetti della microgravità sul corpo umano  e comprendere i meccanismi di adattamento all’ambiente spaziale, altre ricerche hanno importanti ricadute per chi resta sulla Terra, come gli studi sul sistema immunitario e sui vaccini (ne avevamo parlato qui e qui), oppure il progresso della telemedicina, che può essere sfruttata sia da chi vive nello spazio, sia da chi abita in zone isolate della Terra.

Sulla ISS, gli organismi viventi sono sottoposti a tre condizioni anomale: microgravità, isolamento e un maggior livello di radiazioni cosmiche. Questo ambiente offre una possibilità unica per studiare problematiche mediche relative a malattie legate all’età o all’immobilità. Molte ricerche sono focalizzate su malattie cardiovascolari, problemi di ossa e cartilagini, o atrofia muscolare, visto che nello spazio i muscoli tendono a perdere peso, costringendo gli astronauti a un costante esercizio fisico. Anche gli aspetti psicologici sono tenuti sotto costante osservazione, come pure l’influenza che ha sui ritmi circadiani la vista di 16 albe e 16 tramonti ogni giorno.

Fisica – La stazione spaziale è un laboratorio privilegiato anche per molti esperimenti di fluidodimamica, fisica delle particelle, astrofisica e cosmologia. Grosse aspettative vengono da Alpha Magnetic Spectrometer, un rivelatore di particelle di 7 tonnellate portato tre anni fa a bordo della ISS per cercare antimateria e materia oscura misurando con grande precisione la composizione dei raggi cosmici (qui avevamo raccontato la partenza dell’esperimento).

Gli studi di fisica dei fluidi sfruttano i vantaggi della microgravità per mescolare i fluidi senza tenere conto del loro peso, riuscendo quindi a studiare cocktail impossibili da creare sula Terra. Utilizzando l’assenza di peso e le temperature bassissime all’esterno della stazione, si cerca inoltre di capire qualcosa di più sui superconduttori, mentre la presenza a bordo di una fornace in grado di raggiungere i 1400°C permette di studiare la solidificazione dei metalli in condizioni di microgravità, con risultati che potrebbero essere utili per realizzare leghe di alluminio sempre più efficienti.

Osservazioni – Guardando al di fuori della stazione spaziale si osserva lo spazio, ma anche la Terra. Gli astronauti raccolgono dati climatici e ambientali, e sono testimoni privilegiati di eventi come eruzioni vulcaniche o terremoti. Anche in questo caso la presenza di un equipaggio è un grande vantaggio, poiché garantisce la flessibilità necessaria per l’osservazione di avvenimenti inattesi. Dalla ISS si guardano anche pascoli e aree coltivate con ISSAC (ISS Agricultural Camera), le cui immagini arrivano in pochi giorni  agli agricoltori, aiutandoli nella gestione dei campi e nella pianificazione delle irrigazioni e della somministrazione di fertilizzanti e pesticidi.

Fonte: http://oggiscienza.wordpress.com/2014/11/20/la-scienza-della-stazione-spaziale/

30 giovedì Ott 2014

16 CHILI DI VESTITI ALL’ANNO. Il vostro armadio contiene tanti capi d’abbigliamento quanti ne basterebbero per vestire un esercito? La tendenza odierna verso i vestiti ‘usa e getta’ causa un enorme danno all’ambiente: a quantificare il prezzo ambientale di questo malsano comportamento è stata l’Agenzia danese per la protezione ambientale. Secondo i dati dell’indagine, presentato in questi giorni in occasione del forum Global Green Growth di Copenaghen, i danesi consumano mediamente 16 chilogrammi di vestiti ogni anno. Questa enorme quantità di tessuto costerebbe all’ambiente più di 2 miliardi di corone, corrispondenti a circa 400 milioni di euro.

L’IMPATTO AMBIENTALE DI UNA MAGLIETTA. Nel dettaglio, stando ai dati pubblicati dall’Agenzia danese, una normale maglietta di cotone costerebbe 2,95 euro in termini di acqua, fertilizzanti ed energia. Insomma, il prezzo di un capo di abbigliamento non è unicamente quello che possiamo leggere sul suo cartellino. Come ha spiegato il Ministro dell’Ambiente danese Kirsten Brosbol, «tutto quanto, a partire dall’enorme quantità di pesticidi, al consumo d’acqua nei campi di cotone, fino alle emissioni di CO2 per la produzione di cuoio o delle zip, tutto quanto ha un impatto negativo sull’ambiente». Per questi motivi il governo danese punta a sensibilizzare i propri cittadini verso questo problema, invitandoli ad evitare il comportamento ‘usa e getta’, prendendo magari in considerazione anche il riciclo dei vestiti.

LA RESPONSABILITÀ È NOSTRA. Brosbol ha poi specificato che l’83% dei capi d’abbigliamento acquistati dai danesi viene prodotto all’estero, soprattutto in Cina, India e Turchia, paesi sul quale ricade il maggior impatto ambientale. Ma nonostante questo il ministro ha dichiarato che i danesi «hanno comunque una responsabilità». Per proteggere l’ambiente tutti noi dovremmo infatti acquistare vestiti di qualità, ovvero con una lunga durata, cercando laddove possibile di passare i nostri abiti ad altre persone quando ci ‘stanchiamo’ di indossarli.

Fonte: http://www.green.it/vestiti-spreco-ambiente-t-shirt/

28 martedì Ott 2014

arcobaleno chiaro di luna

Un arcobaleno si staglia nel cielo di Verona sotto una luminosa luna piena. Effetto Photoshop? No, l’immagine è autentica, merito del sapiente scatto della fotografa Alessandra Piasecka che ha avuto la fortuna di imbattersi nel raro fenomeno di unmoonbow e la capacità di fissarne i colori altrimenti poco visibili all’occhio umano.

“Il cielo particolarmente buio, la luna piena, la presenza di umidità portata dalle nubi, il lungo tempo di esposizione dello scatto effettuato circa mezz’ora dopo il tramonto sono condizioni essenziali per un vero moonbow”, ha spiegato la fotografa. In particolare, è il tempo prolungato di esposizione della pellicola fotografica alla luce del satellite a favorire la visione dei colori dell’iride notturna.

Difatti l’arcobaleno lunare, che si forma in modo simile a quello diurno per dispersione e rifrazione della luce attraverso le particelle d’acqua sospese nell’aria, nasconde i suoi colori all’occhio nudo, apparendo bianco. La luce solare riflessa dalla Luna, più debole di quella emanata direttamente dalla nostra stella, non è in grado, infatti, di stimolare sufficientemente i coni dell’occhio umano, le cellule fotorecettrici sensibili ai colori.

Riferimenti:  SSERVI http://sservi.nasa.gov/articles/lunar-double-rainbow-2/

Fonte: articolo scritto da Cecilia Di Vita per galileonet.it
http://www.galileonet.it/articles/544a5e0aa5717a0f6d00008e?utm_campaign=Newsatme&utm_content=A%2BVerona%2C%2Bun%2Barcobaleno%2Bal%2Bchiaro%2Bdi%2Bluna&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

23 giovedì Ott 2014

cartoniadi-300x181È stata presentata ieri a Palazzo Marino l’edizione 2014 delle Cartoniadi del Comune di Milano, il campionato della raccolta differenziata di carta e cartone organizzato da Comieco – Consorzio Nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica, Comune di Milano e Amsa Gruppo A2A, durante il quale i cittadini delle 9 Zone della città sono chiamati a raccogliere più e meglio carta e cartone.

La competizione, che per tutto il mese di novembre coinvolgerà gli oltre 1.300.000 abitanti del capoluogo lombardo, mira a valorizzare l’impegno della collettività verso un obiettivo comune: quello di una più corretta gestione dei rifiuti. Ciascuna zona gareggerà contro se stessa, con lo scopo di migliorare i propri risultati di raccolta differenziata di carta e cartone rispetto alla media normalizzata di ottobre 2014.

Le prime tre Zone che otterranno il miglior incremento della raccolta di carta e cartone rispetto al periodo di riferimento saliranno sul podio del “Campione del Riciclo”: per la prima classificata un premio di 25.000 euro, per la seconda classificata un premio di 15.000 euro, mentre alla terza spetteranno 10.000 euro. Tutti e tre i premi in palio, messi a disposizione da Comieco, saranno destinati alle scuole primarie statali e comunali che ricadono nelle Zone più virtuose.

Inoltre, Comieco rinforzerà la campagna di sensibilizzazione rivolta a tutta la cittadinanza istituendo nove tutor di zona, una sorta di “angeli del riciclo” che avranno il compito di individuare ed attuare le soluzioni migliori per coinvolgere residenti, scuole, associazioni di zona, ecc. affinché tutti i cittadini possano contribuire al meglio a raggiungere il risultato finale.

“I premi in denaro di questa edizione delle Cartoniadi, pari a 50.000 euro complessivi, saranno destinati ad interventi per le scuole della città” ha dichiarato Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco. “Milano è una città virtuosa per la raccolta differenziata di carta e cartone: nel 2013, con oltre 60 kg pro capite, si è piazzata al primo posto tra le città metropolitane con più di un milione di abitanti. Ci aspettiamo non solo una conferma di questo dato ma un ulteriore balzo in avanti, con l’obiettivo di arrivare presto a 65 kg per abitante”.

“Le Cartoniadi sono un’occasione di sensibilizzazione e promozione di buone pratiche. Un’importante iniziativa che anticipa il prossimo progetto di raccolta differenziata che partirà dal 1° gennaio 2015 nelle scuole. Grazie alla collaborazione di Comieco, porteremo infatti la raccolta della carta in tutte le classi elementari e medie di Milano, attraverso la distribuzione, aula per aula, di 5.000 raccoglitori specifici. Coinvolgendo alunni e insegnanti in questo obiettivo, promuoveremo il rispetto dell’ambiente nei piccoli gesti di ogni giorno” ha affermato l’assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano Pierfrancesco Maran.

“Le Cartoniadi rappresentano per Milano una preziosa occasione per incrementare ulteriormente quantità e qualità della raccolta differenziata di carta e cartone” ha concluso Paola Petrone, Direttore di Amsa, società del gruppo A2A. “La gara fra le nove zone di Milano ha inoltre una funzione di trascinamento, favorendo una maggiore attenzione da parte dei cittadini nel differenziare le diverse frazioni di rifiuti: nel mese in cui si sono tenute le precedenti Cartoniadi sono state avviate a recupero oltre 2000 tonnellate di rifiuti in più rispetto al mese precedente”.

fonte: http://www.greenews.info/comunicati-stampa/cartoniadi-a-milano-risorse-per-le-scuole-delle-zone-piu-riciclone-20141023/

24 mercoledì Set 2014

A New York hanno marciato in 400mila per chiedere ai governi e alle organizzazioni di fare qualcosa per il clima, contro il riscaldamento globale, adesso.

Domenica 21 settembre si è tenuta in tutto il mondo una mobilitazione per chiedere ai governi e alle organizzazioni internazionali di impegnarsi, di agire contro il cambiamento climatico. La manifestazione principale si è tenuta a New York, negli Stati Uniti, dove 400mila persone hanno invaso le strade di Manhattan in una marcia che ha visto la partecipazione di esponenti provenienti da vari settori della società. Dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon al sindaco di New York Bill DeBlasio, dall’attore Leonardo DiCaprio all’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore.

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La più grande marcia per il clima della storia è stata organizzata da diverse realtà attive contro il riscaldamento globale, tra cui 350.org guidata da Bill McKibben, alla vigilia di un appuntamento fondamentale: il Climate summit 2014 che si tiene proprio a New York il 23 settembre e alla quale hanno aderito decine di capi di stato e di governo, incluso il presidente americano Barack Obama e il primo ministro italiano Matteo Renzi.
Le richieste che le organizzazioni ambientaliste fanno ai leader di tutto il mondo sono molte. Far diventare il cambiamento climatico un punto principale delle agende di governo. Accelerare il ritmo con cui i negoziati sul clima stanno procedendo nella stesura di un nuovo accordo globale sulla riduzione della CO2, vincolante per tutti. Smettere di dare incentivi a risorse energetiche vecchie e sporche come il carbone e il petrolio.

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La manifestazione per il clima in Italia

Anche in Italia, a Roma, si è tenuta una manifestazione organizzata da diverse associazioni ambientaliste riunite sotto il coordinamento del Power Shift Italia, con la collaborazione di Avaaz, a cui hanno partecipato più di un migliaio di persone, inclusa la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. “La questione climatica sta a cuore agli italiani. L’esperienza e l’idea del coordinamento Power Shift iIalia è la giusta direzione per lavorare uniti su un tema cruciale per l’agenda politica dei prossimi anni” ha detto Federico Antognazza, vicepresidente dell’Italian Climate Network, una delle realtà che ne fanno parte insieme a Legambiente e Kyoto Club. “La presenza delle istituzioni è un segnale positivo, ma è necessario lavorare a fondo per sensibilizzare i cittadini perché solo così diventerà una priorità anche per il governo. La marcia per il clima di Roma è un punto di partenza”.

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 La CO2 segna un nuovo record nel 2013
Sempre domenica, il Global carbon project – un’unione di ricercatori e associazioni indipendenti – ha diffuso i dati relativi alla CO2 emessa nel 2013, per dare maggiori basi su cui lavorare ai delegati che si incontreranno il 23 settembre presso il Palazzo di vetro a New York, sede delle Nazioni Unite.Nel 2013 sarebbe stato registrato un nuovo record di emissioni a livello globale con 36 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. Ma il dato più preoccupante è un altro: un cinese per la prima volta ha emesso la stessa quantità di gas serra di un europeo. La Cina, dunque, non è solo il primo paese al mondo per emissioni assolute, ma ha anche raggiunto livelli pro capite pari a quelle di un occidentale. Non c’è più nessuna scusa, dunque. Anche il governo di Pechino deve fare la sua parte, e vincolarsi, di fronte alla comunità internazionale.

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Fonte: http://www.lifegate.it/persone/news/clima-400mila-new-york-per-chiedere-di-salvare-lunico-pianeta-che-abbiamo

22 martedì Lug 2014

A Helsinki non ci saranno più auto private dal 2025. L’amministrazione della città finlandese vuole ridurre il traffico delle ore di punta.

 

In Finlandia è ben chiara la differenza tra possedere un’auto e guidarne una. L’amministrazione della sua capitale, Helsinki, ha deciso infatti di eliminarecompletamente le auto private dalle strade della città entro il 2025, pur dando a tutti la possibilità di guidare. Lo scopo del progetto è ridurre il traffico nelle ore di punta.

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Il traffico di Helsinki (Foto: www.panoramio.com)

Nei prossimi 10 anni saranno implementati i sistemi di mobilità sostenibile on demand, in modo tale che i cittadini non debbano di fatto avere più bisogno di un’auto di proprietà, ma possano contare sul trasporto pubblico o sui servizi di car sharing o bike sharing messi a disposizione dal Comune.

Il progetto si rivolge a una clientela altamente informatizzata. Tramite un’unica applicazione, gli abitanti di Helsinki potranno non solo visualizzare i percorsi più brevi da seguire, ma anche i mezzi più convenienti per i propri spostamenti, noleggiabili dietro pagamento di una quota. Sarà possibile scegliere il metodo di pagamento, e il mezzo, tra traghetti, bus, auto, biciclette.

 Kutsuplus, un sistema di car pooling basato sulla condivisione di un minibus, dimostra che l’amministrazione sta già facendo grandi passi nella direzione della mobilità sostenibile.

http://www.lifegate.it/persone/news/dal-2025-helsinki-nessuno-avra-piu-lauto

17 giovedì Lug 2014

Boom di auto GPL in Emilia Romagna: come migliorare la qualità dell'aria e ridurre lo smog

E’ il traffico, la circolazione di troppe auto in città, la prima causa di livelli di smog troppo alti nelle nostre città. Il fenomeno sta diventando sempre più dilagante, soprattutto nelle grandi città di Italia come Torino, Roma, Milano, ma probabilmente in cittadini stanno prendendo coscienza della situazione e iniziano ad agire di conseguenza con comportamenti che vanno in una direzione più green. Questa tendenza si potrebbe notare negli ultimi dati emersi sulle vendite auto in Emilia Romagna.
L’Emilia è, infatti, la regione d’Italia al primo posto per il parco mezzi a Gpl e metano, con una percentuale sulle auto in circolazione pari al 16,70%. Seguono le Marche, al 15,66% e l’Umbria, al 10,12%. Sono otto le regioni che si attestano sopra la media nazionale del 7,35%: al quarto posto c’è il Veneto, con il 9,82%, poi il Piemonte (8,21%), la Toscana (8,12), l’Abruzzo con l’8,08 e la Campania con il 7,66.

Si ferma al 5,87% la Lombardia, che sale però al secondo posto se si analizzano i dati in termini assoluti, con un parco circolante autovetture di 343.939 unità, dopo l’Emilia Romagna, che si conferma in testa anche qui con 457.661 auto circolanti a Gpl e metano. Sono alcuni dei dati Aci, rielaborati dal Consorzio Ecogas, che verranno presentati venerdì a Bologna nel convegno ‘Gpl e metano una green economy in Emilia-Romagna.

http://www.ecovideoblog.it/reti-sistemi/boom-di-auto-gpl-in-emilia-romagna-come-migliorare-la-qualita-dellaria-e-ridurre-lo-smog.htmlper

 

16 venerdì Mag 2014

GreenboxEmissioni, accelerazioni, decelerazioni, uso del cambio e molto altro: l’Ecomotori Racing Team testerà in anteprima una scatola nera ecologica con l’obiettivo di farla diventare il nuovo parametro di riferimento delle classifiche nelle competizioni ecologiche FIA e ACI-CSAI

Debutta al 9° EcoRally San Marino-Città del Vaticano, in programma dal 9 all’11 maggio, la “GreenBox” sviluppata da Ecomotori LAB, il laboratorio di ricerca e sviluppo per la mobilità sostenibile di Ecomotori.net.

Il prototipo, nato dalla collaborazione di Ecomotori LAB con l’ing. Marco Vedovetto di Engicom, società specializzata nella consulenza per il risparmio energetico, verrà installato su una delle 500 EcoAbarth a metano e gpl del team campione del mondo FIA Energie Alternative 2012 e 2013.

Con il progetto GreenBox si intende proporre ad ACI-CSAI e FIA di sostituire la   vecchia classifica dei consumi con l’analisi dello stile di guida dei piloti, introducendo il concetto di “EcoDriving”,  ovvero fornendo agli organizzatori di competizioni ecologiche uno strumento, con il relativo supporto, per analizzare e stilare una classifica dei driver, dal punto di vista del miglior stile di guida green. La molteplicità di tecnologie e carburanti (metano, gpl, idrogeno, idrometano, biodiesel, bioetanolo, ibride ed elettriche) utilizzati nei Campionati Energie Alternative FIA e ACI/CSAI  è stata il principale stimolo per lo sviluppo di una soluzione alternativa più affidabile.

“La prima fase del progetto, durata circa un anno, è stata dedicata all’analisi dei parametri di telemetria, utili per definire lo stile di guida, e allo sviluppo di un hardware dedicato – racconta Nicola Ventura, direttore di Ecomotori.net – adesso siamo al secondo step: registreremo i dati di guida in tempo reale di alcune auto, durante le competizioni, per definire l’opportuna taratura hardware e soprattutto per individuare la formula ottimale di guida ecologica. Nell’ultima fase sarà abilitato anche il sistema di trasmissione dati, che verranno inviati a un server che permetterà di visualizzare in tempo reale la classifica”. “L’indice di EcoDriving – prosegue Nicola Ventura – è il frutto dell’analisi di una vera e propria telemetria del veicolo, che prende in considerazione la forza G di accelerazione e decelerazione, il carico motore, i giri motore, l’utilizzo del cambio e molti altri parametri. Il tipo di alimentazione sarà comunque determinante perché la CO2 equivalente,  prodotta nel ciclo WTW (Well to Wheels – dal pozzo alle ruote), è parte fondamentale della formula. Infine anche il navigatore avrà un ruolo sempre più importante, perché la sua capacità di anticipare le informazioni delle note di gara sarà fondamentale per ottenere un buon risultato”.

Per informazioni: www.ecomotori.net