Archivio della categoria: Ambiente

02 martedì Apr 2013

scimmiaAMBIENTE – Gli ecosistemi naturali sono permeati da un fitta rete di interazioni, dirette e indirette, tra i diversi organismi che vi vivono. È stato infatti spesso mostrato come la perturbazione di un elemento possa comportate effetti inaspettati sulle altre componenti della comunità ecologica.

In questi giorni la rivista Proceedings of the Royal Society of London B: Biological Sciences mostra uno straordinario esempio di come le attività umane che si abbattono su un componente della comunità biotica possano avere profonde conseguenze a cascata sull’intero ecosistema. Il caso in esame riguarda la caccia a scopo alimentare dei primati, incluse alcune antropomorfe, in Nigeria: come accade in diverse nazioni dell’Africa centrale, anche qui numerose specie di scimmie sono in rapido declino demografico a causa del continuo prelievo da parte delle popolazioni umane locali, che li chiamano bushmeat.

Lo studio ha confrontato le comunità animali e vegetali di diverse aree forestali suddivise in due categorie: quelle in cui la caccia dei primati è ampiamente praticata e altre situate in parchi naturali, dunque protette da questa minaccia. Oltre a mostrare che nelle aree aperte alla caccia i primati, sia i quelli di grandi dimensioni (gorilla: Gorilla gorilla diehli; scimpanzé: Pan troglodytes ellioti; drillo: Mandrillus leucophaeus) che quelli di piccole dimensioni (cercopiteco nasobianco maggiore: Cercopithecus nictitans; cercopiteco mona: Cercopithecus mona; cercopiteco dalle orecchie rosse: Cercopithecus erythrotis) sono presenti a densità significativamente inferiori rispetto ai parchi naturali, i risultati indicano altre differenze nella struttura delle comunità forestali.

In primo luogo, nelle due aree emerge una considerevole differenza nella composizione della vegetazione: dove la caccia è consentita, le piante i cui semi vengono dispersi prevalentemente dai primati sono meno abbondanti e vengono rimpiazzate da quelle disperse da roditori e fattori abiotici (ad es. il vento). In particolare, questa differenza non emerge nella vegetazione matura, ma è evidente soprattutto per le piante giovani, ad indicare che le cause di questa variazione sono recenti e tuttora in corso.

La caccia spietata dei primati, che si nutrono prevalentemente di certi frutti disperdendo i semi a chilometri di distanza dalla pianta madre, ha dunque un profondo effetto sulle comunità vegetali delle foreste tropicali africane e potrebbe rappresentare un grave pericolo per l’intera biodiversità. Solo preservando le loro popolazioni, concludono i ricercatori, si garantirebbe la persistenza delle piante con grossi frutti, e dunque la sussistenza di svariate specie di frugivori.

Riferimenti:
E. O. Effiom, G. Nunez-Iturri, H. G. Smith, U. Ottosson, O. Olsson. Bushmeat hunting changes regeneration of African rainforests. Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 2013; 280 (1759): 20130246 DOI: 10.1098/rspb.2013.0246

Crediti immagine: arenddehaas, Wikimedia Commons

16 mercoledì Gen 2013

asinaraValorizzare maggiormente i parchi nazionali sia sul piano della protezione della natura sia dal punto di vista dell’ottimizzazione delle spese. Questo è in sintesi il significato della direttiva inviata ai parchi nazionali da parte del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che si prefigge un salto di qualità nella protezione della natura. Il documento, con cui decolla concretamente la strategia nazionale della biodiversità approvata a fine 2010, era atteso da moltissimi anni e le riserve naturali finora hanno dovuto operare in importanti azioni per la conservazione della natura senza avere il sostegno di linee guida comuni e condivise, con scarsa razionalizzazione di risorse oppure sottovalutando interventi invece necessari per salvare specie e habitat a rischio di estinzione.

L’Italia possiede un patrimonio inestimabile di biodiversità e la direttiva, che si inserisce nella legge quadro sui parchi, fa esplicito riferimento alle azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici che vanno prontamente adottate per conservare questi tesori naturalistici.

La volontà di ottenere risultati tangibili in tempi brevi è evidenziata dalla tempistica predisposta dal ministero, che attende entro il 31 gennaio la presentazione delle azioni che i parchi intendono intraprendere per dare nuova linfa alla protezione delle biodiversità e per dare impulso all’economia connessa ai preziosi polmoni verdi italiani. Dopo il vaglio delle proposte, il ministero farà le proprie valutazioni entro il 10 marzo, alle quali seguiranno, in settembre, relazioni sullo stato dei lavori e finali dei parchi.

Due le modalità di intervento individuate dalla direttiva per il 2013: la prima consiste nell’attività di catalogazione scientifica del patrimonio ambientale, mentre la seconda mira alla redazione di studi e progetti unitari in grado di promuovere e valorizzare l’ecosistema.

Entrando più nel dettaglio, della direttiva risulta evidente la volontà di colmare l’assenza di una politica organica di protezione ambientale in Italia, fotografando la situazione attuale e allo stesso tempo sviluppando nuove dinamiche in grado di orientare gli interventi strutturali delle politiche di settore.

fonte “Ministero dell’Ambiente”

16 mercoledì Gen 2013

Tutela dell’ambiente e della cultura: il Fai lancia le primarie dei programmi

Sul sito dell’associazione fino al 28 gennaio sarà possibile votare le priorità in materia di conservazione e valorizzazione del paesaggio e dei beni artistici. I risultati verranno presentati ai partiti e candidati delle prossime elezioni politiche

Tutela dell'ambiente e della cultura: il Fai lancia le primarie dei programmiROMA – Dalle primarie dei candidati a quelle dei programmi. E’ l’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano, che da oggi fino al 28 gennaio attraverso il sito www.primariedellacultura.it offre a tutti i cittadini la possibilità di partecipare alla scelta delle priorità nell’ambito della cultura, del paesaggio, dell’ambiente. Linee guida che dovrebbero essere poi fatte proprie da chi si candida a guidare il prossimo governo. Al termine delle votazioni, i dati verranno infatti annunciati ufficialmente e presentati ai partiti e candidati delle prossime elezioni politiche, che potranno impegnarsi pubblicamente a sostenerli in caso di vittoria.

“L’Italia è la sua cultura – ha sottolineato Ilaria Borletti Buitoni, presidente Fai – nonostante questo, la cultura da troppi anni è una emergenza dimenticata: nei programmi elettorali dei partiti si parla di promuovere il turismo e il patrimonio storico e artistico, ma nessuno spiega come invertire una rotta che ha portato al disastro dei nostri beni culturali. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta dei Giovani del Fai perché un paese senza cultura è un paese senza futuro”.

Ogni votante potrà indicare fino a tre preferenze, tra i 15 temi selezionati, lunghi lo spazio di un tweet. Dalla destinazione di una quota minima del denaro pubblico per la cultura, alle politiche per lo sviluppo del turismo, dalla revisione delle norme che regolano il consumo di suolo, a misure che fermino lo svuotamento dei centri storici, fino all’aumento di ore di storia dell’arte nei programmi scolastici. Ogni tema viene sviluppato con un apposito approfondimento sul sito delle primarie.

(07 gennaio 2013)
(fonte “repubblica.it”)