Archivio della categoria: Libri

25 lunedì Mar 2013

barney1Dalla penna lucida, ironica e impietosa di uno dei più brillanti talenti degli ultimi anni, purtroppo scomparso nel 2001. Il Barney del titolo è Barney Panofsky, settantenne scoppiettante e rissoso, scrittore e produttore di televisione spazzatura, accusato in un libro da un vecchio conoscente di aver ucciso anni prima il suo miglior amico, per gelosia. Barney ribatte dando la sua versione, ma per farlo ripercorre la sua vita raccontando, tra un sorso di whisky e una boccata di Montecristo, aneddoti deliranti, scherzi di cattivo gusto, ripicche di bassa lega e quanto di più politically scorrect ha segnato la sua controversa esistenza. Pennellate intense di dissacrante umorismo, ma anche di commovente romanticismo e con un finale che se capito lascia a bocca aperta. Se finito il libro non siete rimasti a bocca aperta, rileggete le ultime righe, fidatevi ne vale la pena.

22 martedì Gen 2013

Genere: Humor

Trama: Pirandello definì l’umorismo come “il sentimento del contrario”, un momento successivo al comico, che nasce da una riflessione e da una identificazione con l’oggetto delle nostre risate, che porta il soggetto a una sorta di compassione per le vicende osservate.
E’ questo il tipo di umorismo che anima le pagine di Correva a squarciagola… sotto un sole torrenziale, dove un narratore spiritoso e autoironico racconta in maniera irriverente e senza peli sulla lingua la città di Napoli; un umorismo sottile, talvolta nero, che fa sorridere a denti stretti e che spesso lascia un retrogusto amaro in bocca, quello della riflessione sui tipi umani propri di una cultura, quella partenopea, piena di risorse e di ingegno.

Commento:
Recensione di Max Vajro, Il Mattino

correva-a-squarciagola-sandro-fiorenzanoBenedetto Croce, di ritorno da un soggiorno nella splendida villa toscana in cui il principe dei bibliofili Tammaro De Marinis conservava tesori d’ogni tempo, confidò ad un amico: “Sì, cose straordinarie, codici e incunaboli; ma mi veniva nostalgia di Pappacena”. Che era un modesto, ma intelligente e simpatico libraio di Spaccanapoli, dove il Filosofo trascorreva ore serene, tra libri meno preziosi di una Aldina o una Giuntina, ma assai cari al suo spirito…
Che vogliamo dire? Che fra migliaia di pagine raffinate di narrativa, involute e allusive, trascendentali quanto incomprensibili, ecco vivaddio un libro di racconti che fanno sorridere, che si capiscono ad ogni riga, che si leggono e si rileggono, mentre uno che osservasse il lettore non potrebbe scorgere in lui rughe di sofferenza né corrugare di sopracciglie. Ma vedrebbe il volto spianarsi, gli angoli della bocca incresparsi: un sorriso, gioia del mondo, momento sempre più difficile della vita contemporanea. E la raccolta di novelle di Sandro Fiorenzano, dal titoloCorreva a squarciagola… sotto un sole torrenziale diventa così uno dei libri più simpatici dell’anno.
Domenico Rea, tanto nomini, ha voluto scrivergli una prefazione, che comincia come una Sacra Scrittura: “La prima dote che si riscontra nelle novelle di Fiorenzano è quella di farsi leggere” E vi pare poco. Napoletano, è dal 1970 che scrive racconti, sul “Corriere di Napoli” e su altri giornali, ed ha conquistato lentamente un suo pubblico, nel quale mi onoro di stare anch’io, che nel mezzo di una giornata fastidiosa vedeva la firma di Fiorenzano sotto due colonnine di piombo, e si preparava ad un momento di serenità.
Il suo racconto è subito nella sua fase più significativa, senza descrizioni, paesaggi, monologhi e pagine di tormenti psicologici, ma uno-due-tre, ovvero soggetto-predicato-complemento, insomma “il fatto”, la narrazione di uno che della vita è cronista spigliato e garbato, ironico ma non maligno, pieno di buonsenso e di comprensione. Ed alla fine di ogni racconto c’è la “chiusa” giusta, quella piccola sorpresa che secondo i canoni classici deve concludere una breve narrazione. Uno stile da “commedia all’italiana”, ma senza morbosità e senza lo sforzo intellettualistico: se il fatto c’è, se può restare a galla sulla cronaca di una giornata, ecco che Sandro Fiorenzano lo racconta in pulito, sintassi a posto, aggettivi non banali ma neppure “difficili”, e sembra di essere tornati ad una ariosa cucina all’italiana, senza grassi e senza misture.
Avesse cominciato anni prima, il nostro Fiorenzano, si fosse dedicato più alle lettere che ad altro, scaltrendosi di più ed arricchendo ancora in profondità i suoi motivi di ispirazione, sarebbe un piccolo Maupassant napoletano. Ma ci darà delle sorprese, certamente, andando avanti nel raccontare: e farà ancora del bene a chi lo leggerà: lasciandolo per una volta, dopo un libro, a bocca non amara.
Questo andava detto, perché un fatto così singolare – di un libro che si legge con piacere, subito, e lo si mette in un luogo accessibile, per rileggerlo ogni tanto, e lo si consiglia agli amici – merita che un banditore vada nelle pubbliche vie. Insomma, se io ho scritto quello che fin qui si legge, non è per fare un favore all’Autore: ma per ringraziarlo, avendomi lui reso un caro favore.
Suvvia, procuratevi Correva a squarciagola… sotto un sole torrenziale e sorriderete anche voi.
(Recensione fornita dall’autore – Fonte: Recensione di Max Vajro, Il Mattino)

22 martedì Gen 2013

Citazione
“… quando ti chiedevo cosa volevi inventare mi rispondevi: la macchina della felicità, così tua mamma sarebbe tornata con papà e non ci sarebbero stati più bambini abbandonati.”

Di cosa parla “Pazze di me” di Federica Bosco

pazze-di-me-federica-bosco-libriLa scrittrice Federica Bosco tanto amata dalle donne, e non solo, per i suoi libri profetici sugli uomini e le relazioni d’amore complicate, torna con un libro dal titolo “Pazze di me”che sarà portato alla fine di gennaio 2013 anche sul grande schermo.

Per la prima volta la storia viene raccontata da una voce maschile, Andrea, un ragazzo di trent’anni che da quando il padre li ha abbandonati, diventa l’uomo di casa sempre pronto a soccorrere le tre sorelle e la madre.

Andrea era ancora un bambino quando il padre prima di andarsene di casa, invece di rassicurarlo con parole di conforto, gli aveva detto “E adesso… sono cazzi tuoi!”. A distanza di qualche anno il ragazzo capisce cosa voleva intendere il padre. Le sorelle sono invadenti e fanno scappare a gambe levate le sue fidanzate e la mamma sembra un sergente.

Il protagonista del libro “Pazza di me” sente di avere la responsabilità della famiglia e si sente in colpa ogni volta che non riesce ad aiutare le sorelle, sempre pronte a trattarlo male e fare di lui un burattino.

Le cose iniziano a cambiare quando incontra Giulia, una veterinaria dalle idee chiare, che riesce a destreggiarsi tra i vari ostacoli che la famiglia di Andrea getta sul suo cammino e a far comprendere al ragazzo il modo giusto per riprendere in mano le redini della sua vita.

“Pazze di me” è un libro divertente, che strappa sorrisi, ma che mostra qualcosa in più sia delle donne sia degli uomini. Un romanzo che non deluderà le aspettative dei fan della Bosco.

(Fonte: recensionelibro.it)