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10 martedì Mar 2015

wallpaper-43073-1-1024x640-700x520Il Parco dello Stelvio, che nell’arco alpino costituisce la più grande area protetta con lo status di parco nazionale, potrebbe non esistere più già nelle prossime settimane, se il Consiglio dei Ministri dovesse avallare l’intesa sottoscritta dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Lombardia e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, per modificarne radicalmente la governance e le tutele. Ad aprile avrebbe compiuto 80 anni, ma ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia e Province di Trento e Bolzano allentano le tutele. Così una delle storiche esperienze di conservazione della natura chiuderà i battenti a ridosso del suo ottantesimo compleanno (il parco fu infatti istituito nel lontano 1935), lasciando il posto ad un patchwork di parchi provinciali con un livello di protezione molto inferiore, venendo estromesso di fatto dal novero dei parchi nazionali.

“Una situazione grave e un inaccettabile spreco di risorse – dichiara Vittorio Cogliati Dezza presidente nazionale di Legambiente – frutto di comportamenti irresponsabili di tutte le istituzioni coinvolte, dalla Regione Lombardia alle Province Autonome, fino ai governi e alle maggioranze politiche nazionali timorose di inimicarsi i voti del drappello autonomista dell’Alto Adige-Suedtirol”. “Sarebbe il primo caso in Europa di declassamento, ci auguriamo quindi che il Presidente Renzi e il ministro dell’Ambiente Galletti vogliano evitare in extremis di danneggiare anche a livello internazionale tutto il nostro sistema di aree protette”, ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.

L’intesa Stato-Regione Lombardia-Province Autonome prende spunto dal fallimento, incontestabile, della governance assicurata dal Consorzio Parco Nazionale dello Stelvio, l’ente che ne ha assicurato la gestione nell’ultimo ventennio rilevandola da quella della ex-azienda di Stato delle Foreste Demaniali. L’insuccesso del Consorzio è dovuto ai mille ostacoli incontrati, alla scarsa collaborazione da parte di Regione e Province, agli enormi problemi ancora irrisolti di regolarizzazione del personale, ad una presenza eccessivamente burocratica del Ministero dell’Ambiente.  Ma anziché risolvere questi problemi, il testo dell’intesa (nonostante il potere di veto e il parere obbligatorio e vincolante sul piano del parco e del regolamento) scioglie, con un vero colpo di mano, l’unitarietà del parco che tutela le vette e i versanti del massiccio montuoso Ortles-Cevedale, separandolo lungo le linee di confine tra le tre entità amministrative.

 

“Anziché innovare e semplificare il sistema di gestione dell’area protetta – ha continuato Cogliati Dezza – si preferisce scinderla in tre unità separate che potranno decidere ciascuna, in regime di totale autonomia e in nome di un malinteso e irresponsabile decentramento, di allentare vincoli o addirittura di stralciare porzioni di territorio. E’ difficile comprendere come il Ministero dell’Ambiente possa aver siglato un’intesa con la quale lo Stato, oltre a dismettere il finanziamento dell’ente, rinuncia ad esercitare qualsiasi funzione di controllo nei confronti di un parco nazionale di questa importanza e notorietà”.

L’accordo sottoscritto, infatti, prevede che al posto dell’ente unitario di gestione si insedi un non meglio precisato ‘comitato di coordinamento’, privo di qualsiasi personalità giuridica e con un ruolo di pura ‘moral suasion’ nei confronti di Regione e Province Autonome, che potranno autonomamente deliberare qualsiasi modifica sia al piano del parco che al perimetro dell’area protetta. Ogni Provincia e Regione istituirà invece un proprio ente autonomo per la gestione del territorio ricadente nella propria giurisdizione amministrativa. E, visto che i precedenti non mancano, è molto probabile che lo spezzatino amministrativo non sarà in grado di impedire l’amputazione indisturbata di parti significative di territorio protetto che lascino il posto a resort sciistici o impianti di sfruttamento idroelettrico.

“Il nuovo schema di governo non avrà più nemmeno lontanamente i requisiti per essere considerato parco nazionale, e con questo le Alpi perderanno la loro più grande area protetta.
Ci appelliamo al Governo affinché non avalli una simile decisione – ha dichiarato Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia -, altrimenti sarà inevitabile ricorrere  alle istituzioni internazionali per evitare il primato europeo di declassamento di un parco nazionale”.

di

Fonte: http://www.improntaunika.it/2015/03/addio-parco-dello-stelvio-legambiente-stiamo-perdendo-il-piu-grande-parco-nazionale-delle-alpi/

10 martedì Mar 2015

naso_del_cane-700x520Tutti sappiamo che l’olfatto del cane è infinitamente più potente di quello umano, e in alcuni casi perfino migliore di quello delle più sofisticate apparecchiature scientifiche. La capacità olfattiva di Frankie, un incrocio fra un pastore tedesco e un segugio è straordinaria. Infatti, Frankie, annusando campioni di urina, ha dimostrato un’impressionante precisione nell’identificare pazienti affetti da tumore alla tiroide, nell’88% dei casi, ossia 30 su 34. A rivelarlo uno studio scientifico realizzato dalla University of Arkansas for Medical Sciences.

Gli studiosi si cimentano da decenni nello studio delle capacità percettive e sensoriali del cane; la materia non è affatto semplice, perché manca un metodo oggettivo: l’unico modo che abbiamo per studiare i sensi del cane è paragonarli con i nostri, e questo già di per sé rappresenta un handicap. I cani possiedono notoriamente un olfatto quasi infallibile, composto da un numero 10 volte superiore di recettori rispetto a quello umano. I dati mostrano che l’accuratezza diagnostica garantita dal quattrozampe è solo leggermente inferiore a quella della biopsia con agoaspirato, generalmente il primo esame che si esegue per testare per i noduli tiroidei. Il principale ricercatore, Donald Bodenner, osserva che le attuali tecniche diagnostiche per il tumore alla tiroide «spesso producono risultati incerti», portando a procedure mediche ricorrenti e interventi chirurgici non necessari. “I cani addestrati per rilevare il cancro potrebbero essere utilizzati per rilevare la presenza di neoplasie in una fase iniziale e per evitare l’intervento chirurgico quando ingiustificato”.

Non è ancora chiaro quali siano le molecole che, una volta entrate nel naso del cane, gli consentano di indicare i campioni positivi e quelli negativi. Ma studiarlo potrebbe consentire anche di mettere a punto “nasi elettronici” in grado di fare il loro stesso, utile lavoro. Emma Smith, del Cancer Research UK, mette comunque in guardia: “I dati sulla capacità dei cani di annusare il cancro sono ancora diversi fra loro, e non sarebbe pratico pensare di utilizzare gli animali su larga scala per diagnosticare tumori. Ma andare avanti con i test potrebbe darci una mano per mettere a punto strumenti nuovi» come i nasi elettronici.

Ecco alcune informazioni utili e curiose:

Il cane medio ha circa 220 milioni di recettori olfattivi nel naso; noi ne abbiamo circa 5 milioni.

Se le membrane che tappezzano la mucosa del naso del cane fossero distese su un piano, la loro superficie totale sarebbe di gran lunga superiore alla superficie totale dell’intero corpo del cane.
Il cane ha circa sette metri di membrana nasale. Noi ne abbiamo mezzo metro e abbiamo dimensioni corporee maggiori.
Nel cervello del cane, la zona responsabile del senso dell’olfatto ha mediamente un numero di cellule nervose 40 volte superiore a quelle presenti nella stessa zona del cervello umano.
Il cane ha una capacità olfattiva così acuta che puo`individuare e identificare odori talmente impercettibili che neppure le apparecchiature scientifiche più sensibili riescono a misurare.
L’olfatto è indubbiamente il più importante dei sensi “pratici” del cane ma anche il più difficile da comprendere da parte nostra.

04 mercoledì Mar 2015

dischw-225x300Vi direte: e cosa c’entra ora la lavastoviglie con leallergie? Be’, secondo uno studio pubblicato suPediatrics ci sarebbe un legame diretto tra l’uso dell’elettrodomestico e il rischio di sviluppare allergie: maggiore se al lavaggio a mano si preferisce quello della macchina. Ma perché?

La ragione avrebbe a che fare con l’ormai ben diffusa teoria dell’igiene riguardo l’origine – sarebbe meglio parlare di epidemia, considerato l’aumento dei disturbi allergici negli ultimi anni – delle allergie. Secondo questa ipotesi, al momento la più accreditata, l’uso diffuso, soprattutto nel mondo occidentale, di detergenti, il ridotto contatto con ambienti rurali ed animali, avrebbe ridotto le capacità di interazione del sistema immunitario con i batteri più comuni, alterandone il funzionamento e predisponendolo poi a una maggiore sensibilità verso gli allergeni. Il discorso della lavastoviglie e del rischio di allergie segue la stessa logica: lavare i piatti nell’elettrodomestico riduce sensibilmente la quota di batteri presenti sulle stoviglie rispetto al lavaggio a mano, e quindi anche la quantità di microrganismi con cui veniamo a contatto.

Nel loro studio i ricercatori della University of Gothenburg hanno indagato le abitudini alimentari e domestiche dei genitori di oltre mille bambini, chiedendo loro se mangiassero cibi fermentati o freschi di campagna e se usassero o meno lalavastoviglie. Come accennato è così emerso che i bambini delle famiglie che non usano lavastoviglie avevano meno allergie, meno eczemi e soffrivano meno di allergie. Lo stesso si osservava per i bambini che abitavano nelle famiglie che consumavano cibi fermentati e provenienti dalla campagna. Il tasso più basso di allergie si aveva proprio per quelli che non usavano lavastoviglie a casa e mangiavano così.

Dire che la lavastoviglie causi allergie è più che azzardato. Diversi infatti sono i fattori che sembrano correlati con l’insorgenza delle allergie (come lo status socioeconomico, per esempio) e andrebbero considerate in dettaglio le età di incidenza delle ipersensibilità agli allergeni. Non da ultimo va ricordato che, sebbene la tesi dello studio su Pediatrics sostenga che la lavastoviglie elimini più batteri del lavaggio a mano, tempo fa alcuni studi avevano trovato proprio qui numerosi microrganismi potenzialmente patogeni.

scritto da Anna Lisa Bonfranceschi
http://www.galileonet.it/2015/02/la-lavastoviglie-causa-allergie/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Usare%2Blavastoviglie%2Bfa%2Bvenire%2Ble%2Ballergie%3F&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

Riferimenti: Pediatrics Doi: 10.1542/peds.2014-2968
Credits immagine:  trekkyandy/Flickr CC

13 venerdì Feb 2015

USE_SaponariaMano_750mlSpesso la dermatite da contatto responsabile di fastidiose eruzioni della pelle è causata dai detersivi. Quelli giusti sono gli ipoallergenici non irritanti.

I dermatologi la chiamano DAC, è la così detta dermatite da contatto: una reazione allergica della pelle conseguente all’intolleranza dell’epidermide di alcune sostanze, o a volte semplicemente di una sola, il che può rendere veramente difficile una rilevazione oggettiva attraverso test specifici.

In Italia dichiarano di esserne affette più o meno costantemente, il 15% delle donne e il 7% degli uomini. In molti casi i fastidiosi pruriti, che a volte possono diventare vere e proprie eruzioni cutanee estese in tutto il corpo, fanno scattare dei meccanismi ossessivi di “caccia al colpevole”, e allora, via con i test di rilevazione, ne esistono di tutti i tipi: sugli alimenti, sulle sostanze, e persino sui tessuti. Ma non di rado capita che nonostante tutte le ricerche, da un punto di vista allergologico, il paziente risulti negativo a tutto, ovvero, secondo i test sano come un pesce e senza nessun tipo particolare di intolleranza a cibi sostanze tessuti ecc..

In effetti, anche secondo gli esperti, l’esperienza dimostra che tutto ciò può accadere, e allora che fare? Prima di tutto partire da cose semplici, a volte sottovalutate, ma in molti casi realmente risolutive. Una di queste è la scelta dei detersivi utilizzati per detergere i propri capi di abbigliamento o i detergenti utilizzati per le superfici domestiche. Della serie: si guarda il dito e non la luna. Secondo la Dott.ssa Adriana Ciuffreda, specialista milanese in dermatologia, è psicologicamente normale, nel momento in cui si sviluppano reazioni allergiche da contatto, pensare che i responsabili possano essere eventualmente dei tessuti particolari, ma mai i detersivi, visto che erroneamente si ritiene che gli stessi vengano eliminati dai nostri vestiti nel momento del risciacquo finale. Niente di più falso: in verità gli agenti chimici preposti alla detergenza rimangono legati ai tessuti lavati in forma inerte, per poi risvegliarsi aggressivi più che mai nei momenti di sudorazione.

Molti dermatologi consigliano l’uso di detersivi certificati ipoallergenici, non irritanti e soprattutto che abbiano superato i test a contatto con la pelle. In Italia gli unici ad essere certificati ipoallergenici e non irritanti da uno dei più accreditati laboratori di analisi dermatologiche, l’I.S.P.E, sono gli ipoallergenici USE dell’azienda Andrea Gallo di Genova (www.use.it), che tramite Pach Test (contatto diretto del prodotto con la pelle, e di tessuto, lavato col prodotto, applicato alla pelle) ne certifica l’assoluta ipoallergenicità e non irritabilità (nessuna reazione cutanea in nessun soggetto). Questo in ragione di un utilizzo di molte materie prime “inusuali” per il settore (tipiche invece del mondo della cosmesi), classificate come non irritanti e non allergizzanti.

Le numerose testimonianze di persone allergiche a metalli pesanti o ad altre sostanze irritanti e il continuo apprezzamento da parte di dermatologi che ne consigliano l’uso, sono una fonte inesauribile di soddisfazione per l’azienda. Insomma, con gli ipoallergenici USE non solo si possono lavare i capi di abbigliamento in completa sicurezza, ma anche lavare piatti e superfici senza il fastidio di indossare guanti o di incorrere comunque in reazioni allergiche.

www.use.it
www.facebook.com/USE.Detersivi
https://twitter.com/USEDetersivi

13 venerdì Feb 2015

cicloturismo-in-italiaSempre più persone stanno riscoprendo il gusto di viaggiare in bicicletta.

In contrapposizione alla frenesia dei grandi viaggi organizzati, quello che vediamo affermarsi è un movimento che ricerca ed esalta la lentezza, e che cerca di dilatare i tempi di un viaggio, dando respiro e significato ad ogni suo singolo momento.

Così come nella ristorazione nascono gli slow food, nel mondo dei viaggi si fa largo l’idea dello slow travel: il viaggiare lenti. Sulla bicicletta si percorrono strade nascoste, poco battute, spesso non asfaltate, e gli occhi si prendono il tempo necessario per posarsi sul paesaggio, e per trattenere le emozioni che possono dare i filari di cipressi, una strada all’interno di un bosco, un casolare, una vallata vista dall’alto, capannelli di persone riunite in una piazza di paese alla domenica mattina.

Immagini che catturi e conservi nella memoria, e a cui ripensi alla sera, mentre scambi il racconto con i tuoi compagni di viaggio, riuniti intorno a una tavola imbandita con i sapori e il vino che quella terra ti offre.

La nostra esperienza di tour operator specializzato in vacanze in bici nasce da un lungo percorso che nel corso degli anni ci ha portato a girare l’Italia e l’Europa in bici. Prima che organizzatori di viaggi siamoappassionati cicloturisti che hanno deciso di mettere a disposizione l’esperienza maturata negli anni a chiunque voglia avvicinarsi a questo splendido modo di viaggiare.

Una nuova esperienza di viaggio

viaggi in biciQuando arrivi in un nuovo posto in sella ad una bicicletta, scopri un’accoglienza nuova. Quella che una volta era riservata ai viaggiatori, che affrontavano le distanze lentamente, e che proprio per questo avevano storie da raccontare. Si stabilisce subito un’insolita confidenza, che ti avvicina a quell’identità, emotiva e culturale, che ogni luogo possiede.
Nei pochi giorni del viaggio impari a conoscere a fondo anche quel mezzo antico che è la bicicletta, tutti i suoi segreti, la sua meccanica. Impari anche a misurare lo sforzo, e a salire quelle brevi e ripide salite che trovi nel Chianti, o quelle più dolci colline tipiche della maremma. E tutte le volte che arrivi sulla vetta scopri immancabilmente che è stato più facile di quello che pensavi.

La parola che meglio esprime le potenzialità di questo modo di viaggiare è “rapporto”. La bicicletta ha oggi una grande quantità di rapporti. Rapporti agili, facili, “corti”, che addolciscono le durezze della strada, rendendole accessibili a tutti, o più “lunghi”, con cui a volte è piacevole lanciarsi quando la strada decresce.
E poi c’è il rapporto che stabilisci con quel paesaggio e quei luoghi che attraversi lentamente, e da cui lentamente ti lasci attraversare. Un rapporto che si fa tanto più profondo quanto più quel luogo ha mantenuto una bellezza e un’armonia originaria, come accade lungo le strade che vi portiamo a percorrere.
E ancora, il rapporto con i tuoi compagni di viaggio.

Ognuno di noi ha un proprio modo e un proprio tempo di affrontare lo sforzo, pedalando a maggiore o minor velocità, alternando più o meno frequentemente tratti di strada con brevi momenti di sosta, in cui soffermarsi sulla bellezza incontrata e trattenere tutta l’emozione di uno scenario insolito.

Tanti modi diversi di vivere uno stesso itinerario, uno stesso viaggio. Tante piccole differenze, tante diverse sfumature, simili a quelle di un paesaggio che non è mai uguale a se stesso e che non ti stanchi mai di voler conoscere. Sì, se sempre più persone stanno riscoprendo il gusto di una vacanza in bicicletta, è perché questa è oggi una delle pochissime esperienze che contiene in se tutti gli elementi necessari ad un viaggio, vale a dire il sorprenderci di noi stessi, incantarci per quello che vediamo ed entrare in contatto con la natura profonda di un luogo.

Dove, quando, come e con chi praticare il cicloturismo

praticare il cicloturismoLa bellezza del cicloturismo è che è un modo di viaggiare adatto a tutti: sono sufficienti un po’ di spirito di adattamento e il piacere di vivere una vacanza attiva e chiunque può montare su una bici e intraprendere un viaggio.
Da diversi anni ormai il cicloturismo ha abbandonato la sua natura esclusiva rivolta solo ad una piccola nicchia di viaggiatori. La diffusione di nuovi itinerari e il crescente scambio di opinioni e consigli che si possono trovare su internet offre ad ognuno la possibilità di avvicinarsi a questo meraviglioso modo di viaggiare.

In questa sezione del sito potete trovare tanti spunti di interesse sulle migliori aree dove viaggiare in bici.
Cicloturismo in Toscana: tanti consigli e i migliori itinerari per chi vuole conoscere la Toscana in bicicletta;
Val d’Orcia: itinerari e tour per scoprire in bici una delle più affascinanti aree della Toscana;
Chianti: itinerari e vacanza in bici nell’area del Chianti;
Crete Senesi: un’area poco conosciuta ma di un interesse e un fascino uniche, a cavallo fra Chianti e Val d’Orcia una delle più interessanti aree in assoluto da esplorare in bicicletta.

Fonte: http://www.viaggiareinbici.it/cicloturismo/

13 venerdì Feb 2015

pinkLa cantante e l’attrice testimonial senza veli per ‘Peta’ e ‘Fishlove’

Anche P!nk e Helena Bonham Carter si sono aggiunte alla lista delle star di Hollywood amanti degli animali. La cantante ha infatti posato come mamma l’ha fatta per ‘Peta’ al grido di ‘meglio nuda che con la pelliccia’; mentre l’ex compagna di Tim Burton ha regalato scatti osé avvinghiata ad un tonno, per la raccolta fondi di ‘Fishlove‘ in favore della tutela dell’ecosistema marino.

Sensibile ai diritti degli animali anche l’attrice, che confessa di essere “una grande sostenitrice della protezione dell’ambiente sottomarino. In realtà ha la fobia dei pesci. Quando Greta (Scacchi, la fotografa ndr.) mi ha chiesto di posare con un tonno di 27 chili ero preoccupata di toccarlo con la pelle nuda”.

Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/p-nk-e-helena-bonham-carter-le-star-nude-in-difesa-degli-animali_2095213-201502a.shtml

13 venerdì Feb 2015

avocadoGli antiossidanti sono sostanze preziose per la nostra salute perché agiscono contro l’azione nefasta dei radicali liberi. I radicali liberi sono molecole altamente reattive che agiscono a danno dell’organismo su più fronti. Più semplicemente i radicali liberi sono il prodotto di scarto del lavoro quotidiano delle cellule.Essi agiscono “aggredendo” le cellule sane danneggiandole. In questo modo si replicano a danno del nostro organismo.

L’invecchiamento cellulare è uno degli aspetti  che si deve considerare quando si parla di radicali liberi e di azione preventiva nei loro confronti. Quando il sistema cellulare è attaccato il nostro sistema immunitario ne esce sconfitto e debilitato. Che cosa significa? È facile intuire che se l’organismo è debole e senza difese sarà più facilmente esposto ad ammalarsi e a invecchiare prima del tempo. Gli antiossidanti dunque servono proprio a evitare tutto questo e a preservare in salute e bellezza tutto il nostro organismo, sia dentro che fuori.

Quando assumerli

Gli antiossidanti sono di origine endogena (prodotti dall’organismo) ed esogena (introduzione tramite gli alimenti). L’ossidazione cellulare si può vincere utilizzando diverse sostanze ad azione antiossidante che dovrà essere valutata in base al principio attivo scelto e alle proprie esigenze e peculiarità.

Se notiamo sul nostro viso un peggioramento della condizione della nostra cute (macchie, rughe, secchezza cutanea) o se ci accorgiamo di essere particolarmente debilitati e stanchi e la nostra vista è peggiorata o soffriamo di dolori articolari e ancora rileviamo dalle analisi del sangue  che alcuni valori come quello del colesterolo, sono alterati, allora è consigliato iniziare a valutare l’ipotesi di assumere gli antiossidanti.

Le vie da seguire sono due: è possibile modificate la propria alimentazione scegliendo cibi ricchi di sostanze antiossidanti o si può ricorrere agli integratori e nei casi più gravi si può ricorrere a entrambi. È nota importante ricordare che l’eccesso di antiossidanti può essere  controproducente se non è necessaria la loro supplementazione.

Fonte: http://www.cure-naturali.it/cibi-antiossidanti/4189

13 venerdì Feb 2015

terradeifuochiLa Terra dei fuochi non ha superato l’esame. È passato un anno da quando l’omonimodecreto governativo è diventato legge, eppure la situazione nella zona tra Napolie Caserta resta drammatica. Lo sostiene un rapporto di Legambiente, che ha verificato l’attuazione dei progetti di bonifica del governo e gli ultimidati epidemiologici disponibili. Il quadro che emerge dal rapporto è piuttosto impietoso: “Il decreto legge sulla Terra dei fuochi e la sua eccessiva conversione in legge”, si legge nel documento, “sono stati presentati come la risposta rapida ed efficace dello Stato per far fronte a una situazione ignorata per troppo tempo. Così non è stato e i dati e le storie contenute in questo nuovo rapporto di Legambiente purtroppo lo dimostrano”.

Ecco qualche numero. A un anno dall’approvazione dalla norma sono stati “sottoposti a indagini dirette” solo 51 siti in classe di rischio elevata, concentrati in 7 comuni, per un totale di 64 ettari, ma i risultati delle indagini non sono ancora stati resi noti, “anche se i lavori sul campo sono conclusi e la loro pubblicazione dovrebbe essere imminente” anche se già in ritardo di otto mesi rispetto alla tabella di marcia. Nei 57 comuni inizialmente ascritti alla Terra dei fuochi (poi saliti a 88), inoltre, sono stati individuati 1.335 siti “potenzialmente inquinati”, per un totale di 906 ettari, per cui “non sono state attivate procedure di analisi e caratterizzazione”: sono aree a forte rischio ambientale fino a oggi completamente ignorate. “Gli unici elementi resi pubblici”, spiega il rapporto, “offrono quindi un quadro assolutamente parziale e i lavori che si sarebbero dovuti concludere entro l’ottobre 2014 sono solo all’inizio. Appare quindi completamente fuori luogo il tono rassicurante utilizzato dal Governo nella presentazione di questi dati preliminari”.

Arriviamo al punto più spinoso. La salute dei residenti. Il rapporto parla di “rischi sanitari sempre più evidenti”, come evidenziano gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità (in particolare lo studio Sentieri): “La ricerca conferma un eccesso di mortalità e di ospedalizzione nella popolazione residente nei 55 comuni della Terra dei fuochi per diverse patologie, che ‘ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e/o dicombustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani’”. In sostanza: nella Terra dei fuochi, per colpa dello smaltimento illegale dei rifiuti, ci si ammala e si muore di più che nel resto d’Italia.

Già, perché l’illegalità continua. Nel 2014, ricorda il rapporto, sono stati censiti 2.531 roghi di rifiuti, materiali plastici, scarti di lavorazioni del pellame e di stracci. Meno dei 3.984 registrati due anni prima, ma comunque troppi e troppo pericolosi per la salute. E le opere di bonifica promesse dal governo ancora non si vedono: “I dati riportati in questo dossier ricordano come degli oltre duemila siti inquinati censiti all’interno del perimetro dell’ex-sito di interesse nazionale, solo per lo 0.2% sono state eseguite o sono in corso attività di bonifica, solo il 21,5% è stato caratterizzato e analizzato, mentre per circa il 74% non è stata ancora svolta nessuna attività”.

di Sandro Iannaccone (Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate Wired, L’Espresso, Le Scienze, Mente&Cervello, D-La Repubblica. È autore del romanzo “Sospiro a mare”, pubblicato nel 2010).

Credits immagine: Jonathan Mallard/FLickr
Via: Wired.it

Fonte: http://www.galileonet.it/2015/02/la-terra-dei-fuochi-e-ancora-pericolosa/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=La%2BTerra%2Bdei%2Bfuochi%2B%C3%A8%2Bancora%2Bpericolosa&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

16 venerdì Gen 2015

SpecialeSelezioneProfumiLa gioia di vivere e sentirsi bene. In una società dove i ritmi di vita sono frenetici e lo stress quotidiano portato all’estremo, si sta riscoprendo il piacere di gustare, toccare, guardare, percepire odori, profumi, in una parola “sentire” la vita e il mondo che ci circonda. L’olfatto, tra i cinque sensi, è quello che permette di rievocare meglio le emozioni del passato. Fin dall’antichità i benefici degli stimoli olfattivi per ottenere il giusto stato d’animo erano riconosciuti, usati ed apprezzati. L’olfatto acuisce il desiderio e dà sapore alla vita.

Animata da questa filosofia, l’azienda Gallo, propone la linea Speciale Selezione Profumi: detersivi nella cui formulazione sono state aggiunte (con un fissatore di profumo) delle fragranze tipiche del mondo della cosmesi e mai utilizzate nella detergenza della casa e del bucato. Grazie a queste innovazioni possiamo oggi godere di una piacevole persistenza del profumo sia per i capi d’abbigliamento che per i pavimenti.

USE SUPERCONCENTRATO AMMORBIDENTE RISO&MIELE – OPIUM – LAVANDA

Ammorbidente per bucato a mano e in lavatrice.
Profumazioni: Lavanda, Opium, Riso & Miele
Idoneo su: tutti i tessuti.
Qualità:ipoallergenico  (testato ISPE*), nichel tested <0,5ppm,  dona vaporosità, rinnova e protegge i tessuti, facilita la stiratura, 4 volte concentrato, lascia un gradevole profumo sul tessuto, rallenta il processo di deterioramento delle fibre, non fa schiuma, con proteine vegetali.
Trattamenti effettuabili:
20 circa in lavatrice, 37 circa a mano.
Consigli: la stiratura del tessuto, trattato con USE Ammorbidente, ne aumenta la morbidezza, moderare la centrifuga, strizzare delicatamente, non eccedere le dosi consigliate
Prezzo consigliato: € 3,36 flacone da 750ml.

USE SUPERCONCENTRATO TENDA BELLA LAVA ALLA MIRRA
Detersivo specifico per tendaggi bianchi e colorati.

Categoria: detersivo specifico per tendaggi bianchi e colorati. In lavatrice e a mano (bassa schiumosità).
Ideale per: tende, mezzeri, foulard, maxi foulard d’arredamento (copri divani…), sacchi-lenzuolo per piumoni.
Idoneo su: seta, cashmere, lana, artificiali (lanital, rayon, viscosa), sintetici (nylon, kevlar, terital, dacron, alcantara, microfibra, lycra).

Qualità: ipoallergenico (testato ISPE), e non irritante (Test PICI – Potenziale Irritante Cutaneo Immediato).   Concentrato, alto potere detergente, rispetta le fibre (lunga vita ai tuoi capi), ravviva i colori, fresco profumo, bassa schiumosità, funziona sia in acqua calda che fredda.
Trattamenti effettuabili:  9 circa

Consigli: versare puro sulle macchie solo se il capo non è al primo lavaggio, potenziare l’efficacia sfruttando l’ammollo da 15 a 60 minuti rimuovendo le tende di tanto in tanto, abbinare a USE Tenda Bella Rigenera per un risultato imbattibile.
Prezzo consigliato: € 4,49 flacone da 750ml

USE SUPERCONCENTRATO TENDA BELLA RIGENERA ALLA MIRRA
Apprettante delicato, inamidante per tessuti bianchi e colorati.

Categoria: apprettante, inamidante, protettivo per tessuti bianchi e colorati. In lavatrice e a mano.
Ideale per: tende, mezzeri, foulard, maxi foulard d’arredamento (copri divani…), sacchi-lenzuolo per piumoni.
Idoneo su: seta, cashmere, lana, artificiali: lanital, rayon, viscosa, sintetici: nylon, kevlar, terital, dacron, alcantara, microfibra, lycra.
Qualità: ipoallergenico e non irritante (testato ISPE*), dà consistenza al tessuto, restituisce l’aspetto di nuovo, facilita la stiratura, ravviva i colori, il tessuto rimane pulito più a lungo (lo sporco scivola via dal tessuto), ritarda l’ingiallimento da fumo e smog, rallenta l’assorbimento degli odori.
Trattamenti effettuabili:  15 circa
Consigli: moderare la centrifuga, non risciacquare, aumentare il dosaggio per dare maggiore corpo al tessuto, strizzare delicatamente (non torcere), appendendo le tende bagnate spesso non serve la stiratura, abbinare a USE Tenda Bella Lava per un risultato imbattibile.
Prezzo consigliato: € 4,49 flacone da 750 ml

USE SUPERCONCENTRATO GRAN BUCATO OPIUM – EUCALYPTUS
Detersivo per indumenti bianchi, neri e colorati.

Categoria:  detersivo superconcentrato per indumenti bianchi, neri e colorati. In lavatrice e a mano.

Profumazioni: Opium, Eucalyptus

Ideale per: tovaglie, lenzuola, camicie,jeans, tute da lavoro.

Idoneo su: cotone, lino, sintetici (nylon, kevlar, terital, dacron, alcantara, microfibra, lycra).

Qualità: ipoallergenico e non irritante (testato ISPE*), nichel tested <0,2ppm, efficace,  superconcentrato, aggredisce lo sporco, rispetta le fibre (lunga vita ai tuoi tessuti), rispetta i colori, con enzimi, lava e smacchia a 30°-60° C, profumazioni Eucalyptus e Opium, contiene sapone naturale, non intasa gli scarichi, bassa schiumosità.

Consigli: versare puro sulle macchie, solo se il capo non è al primo lavaggio. Potenziare l’efficacia lasciando in ammollo (anche 12 ore), non usare con sbiancanti a base di cloro.
Prezzo al pubblico: € 6,99 flacone da 750 ml

 

USE PAVIMENTI OPIUM PRATO FIORITO – BOSCO DEL NORD
Detersivo per superfici dure.

Profumazioni: Opium, Prato Fiorito, Bosco del Nord

Ottimo risultato su: pavimenti incerati, pavimenti a piombo, superfici verticali… Piastrelle, parquet, marmo, ceramica, linoleum, gres, gres porcellanato, plastica, vetroresina, formica.
Qualità e vantaggi: deterge, fresco profumo fiorito, senza risciacquo, ravviva la cera, concentrato, non schiumogeno, non lascia aloni, scioglie il nero tra le piastrelle.
I nostri consigli: per pavimenti a specchio strizzare bene lo straccio nell’ultima passata, non eccedere le dosi consigliate.
Prezzo al pubblico: € 3,59 flacone da 1000 ml

 

Andrea Gallo S.r.l.
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16 venerdì Gen 2015

oli-essenziali-cervicale-2Come ridurre il dolore cervicale con rimedi naturali? Vi suggeriamo alcuni oli essenziali, ideali per massaggiare collo e spalle.

Chi ne soffre lo sa: il dolore alla cervicale è un compagno davvero antipatico delle nostre giornate, che può portare con sé emicranie, mal di schiena, giramenti di testa, fastidio agli arti e talvolta, nei casi più acuti, anche nausea e vomito.

Questo disturbo può derivare da diversi fattori: colpi d’aria, umidità, infiammazione da attività sportiva intensa, movimenti bruschi, stress e tensioni di vario tipo, cattiva postura (specie quando siamo seduti alla scrivania). I rimedi maggiormente utilizzati sono antidolorifici e antinfiammatori.

Sempre ricordando che nulla sostituisce il consulto con il proprio medico di fiducia, qui vi proponiamo alcuni oli essenziali utili per massaggiare localmente collo e spalle e ridurre l’infiammazione muscolare.

Artiglio del diavolo A dispetto del nome, dovuto alla sua forma simile a una mano aperta dotata di unghie “spinose”, questa pianta erbacea perenne originaria dell’Africa del Sud, della savana e del deserto del Kalahari presenta proprietà antinfiammatorie. Viene utilizzata in particolare in caso di artrite, dolori articolari, infiammazioni muscolari. Si trova non solo sotto forma di olio essenziale, ma anche in pomate e gel ed estratti secchi.

Arnica montana Più che l’olio essenziale, dell’arnica si usa l’oleolito, spesso molto concentrato (fino al 100 per cento) e quindi mediamente più efficace delle pomate che possono contenere fino al 30 per cento circa di estratto. E’ utile come antinfiammatorio generale e in caso di traumi sportivi e distorsioni.

Camomilla Esistono due varianti dell’olio essenziale di camomilla, quella romana e quella blu. La prima, in particolare, ha proprietà calmanti, rilassanti e antistress: risulta quindi molto utile nelle cervicalgie dovute a tensione muscolare causata dallo stress quotidiano.

Rosmarino L’olio essenziale di questa comunissima aromatica viene utilizzato come lenitivo in caso di patologie reumatiche e artrosiche. In abbinamento ad altri oli essenziali, il massaggio con il rosmarino può risultare utile in caso di infiammazione dovuta a colpi di freddo e umidità.

Lavanda L’essenza di questa bellissima e profumatissima pianta è spesso indicata per combattere il mal di testa, come confermato da uno studio iraniano condotto dalla Isfahan University of Medical Sciences. All’olio essenziale vengono attribuite proprietà spasmolitiche e sedative. Buona nel caso di emicrania associato a dolori cervicali.

Come prepararli? Meglio non utilizzare mai gli oli essenziali “puri”, ma mescolarli con un buon olio base alla mandorla o alla jojoba (si trovano anche al supermercato certificati e di buona qualità) o con una crema base neutra. La proporzione è generalmente di 5-10 gocce di olio essenziale per 50 ml di crema o olio base.

Articolo scritto da Chiara Boracchi
Fonte: http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/oli-essenziali-cervicale