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11 lunedì Gen 2016

cani-ufficio-italia-aziende-1Andare in ufficio portando con sé anche il proprio cane, se adottato in un canile: questa la proposta avanzata da un consigliere del Comune di Torino e rivolta ai dipendenti. Un’iniziativa che non solo si pone l’obiettivo di svuotare i canili ma cerca anche di andare incontro alle esigenze di tutti coloro che sono disponibili all’adozione ma, allo stesso tempo, desistono per timore di dover lasciare l’animale per troppo tempo da solo a casa.

CANI IN AZIENDA –

I cani, sono animali sociali e, se lasciati a casa da soli per troppo tempo, soffrono il distacco dal proprio padrone e per paura possono agitarsi e distruggere il divano o altri oggetti come spesso accade o, peggio ancora, abbaiare disturbando i vicini e provocando così litigi.

GATTI IN UFFICIO A TOKYO –

Ed è anche per questo motivo che numerose aziende in Italia hanno introdotto la possibilità per i dipendenti di portare con sé in ufficio i propri amici a quattro zampe, un’abitudine già molto diffusa in numerosi paesi. Ad esempio, solo qualche tempo fa, vi abbiamo parlato della Ferray Corporation, l’azienda di Tokyo che, per combattere lo stress dei dipendenti e incrementarne la produttività, ha pensato bene di assumere ben nove gatti.

Sono numerosi infatti gli studi che dimostrano che condividere l’ambiente di lavoro con cani e gatti abbia un’influenza positiva sui dipendenti: diminuisce i livelli di stress, favorisce la socializzazione e la collaborazione tra colleghi e quindi anche la produttività. Tra le aziende americane che acconsentono l’ingresso in ufficio anche a cani e gatti vi sono Amazon e Google.

PORTARE IL CANE IN UFFICIO: ECCO LE AZIENDE ITALIANE IN CUI È POSSIBILE –

Ma non solo in America: anche nella sede milanese di Google è possibile portare il proprio cane con sé in ufficio. A volte fanno capolino anche in sala riunioni. E i cani sono ammessi in ufficio anche allaNintendo Italia con sede a Vimercate. L’azienda, in particolare, ha lanciato i cosiddetti “Pet Friday” ossia i venerdì aperti ai cani in cui tutti i dipendenti possono portare con sé il proprio animale domestico. Succede così che vi sono venerdì super affollati in cui gli ospiti sono davvero tanti e venerdì più tranquilli in cui sono pochi. In ogni caso, data la mancanza di spazi verdi o esterni in cui far circolare i cani in piena sicurezza, per ora gli animali rimangono in ufficio o la mattina o il pomeriggio in modo da andare incontro anche alle loro esigenze.

CANI IN UFFICIO A PURINA –

E anche Purina, la nota azienda che produce alimenti per animali, da qualche anno ha avviato Pets@work, l’iniziativa che valorizza la relazione fra persone e animali domestici anche sul posto di lavoro. Agli ospiti a quattro zampe è stata dedicata anche la costruzione di una piccola area tutta per loro. E nella sede di Mars Italia, ad Assago, una volta al mese, si svolge il “Pet friendly day”, una giornata in cui tutti i dipendenti possono portare con sè in ufficio il proprio amico a quattro zampe.

IL PROGETTO DOG HOSPITALITY DI ELISABETTA FRANCHI –

E ancora, anche la nota stilista Elisabetta Franchi, animalista e grande sostenitrice di una moda cruelty free che rispetti gli animali (per la realizzazione dei suoi capi ha rinunciato a pellicce, piume d’oca, angora e altre componenti di origine animale), ha aperto le porte della sua azienda ai cani dei dipendenti. Grazie al progetto “Dog Hospitality”, tutti i dipendenti possono portare con sé al lavoro il proprio cane: e quando suona la campanella della pausa pranzo, tutti in mensa dove li aspetta qualche appetitoso bocconcino.

Fonte: http://www.nonsprecare.it/cani-ufficio-italia-aziende

10 martedì Mar 2015

naso_del_cane-700x520Tutti sappiamo che l’olfatto del cane è infinitamente più potente di quello umano, e in alcuni casi perfino migliore di quello delle più sofisticate apparecchiature scientifiche. La capacità olfattiva di Frankie, un incrocio fra un pastore tedesco e un segugio è straordinaria. Infatti, Frankie, annusando campioni di urina, ha dimostrato un’impressionante precisione nell’identificare pazienti affetti da tumore alla tiroide, nell’88% dei casi, ossia 30 su 34. A rivelarlo uno studio scientifico realizzato dalla University of Arkansas for Medical Sciences.

Gli studiosi si cimentano da decenni nello studio delle capacità percettive e sensoriali del cane; la materia non è affatto semplice, perché manca un metodo oggettivo: l’unico modo che abbiamo per studiare i sensi del cane è paragonarli con i nostri, e questo già di per sé rappresenta un handicap. I cani possiedono notoriamente un olfatto quasi infallibile, composto da un numero 10 volte superiore di recettori rispetto a quello umano. I dati mostrano che l’accuratezza diagnostica garantita dal quattrozampe è solo leggermente inferiore a quella della biopsia con agoaspirato, generalmente il primo esame che si esegue per testare per i noduli tiroidei. Il principale ricercatore, Donald Bodenner, osserva che le attuali tecniche diagnostiche per il tumore alla tiroide «spesso producono risultati incerti», portando a procedure mediche ricorrenti e interventi chirurgici non necessari. “I cani addestrati per rilevare il cancro potrebbero essere utilizzati per rilevare la presenza di neoplasie in una fase iniziale e per evitare l’intervento chirurgico quando ingiustificato”.

Non è ancora chiaro quali siano le molecole che, una volta entrate nel naso del cane, gli consentano di indicare i campioni positivi e quelli negativi. Ma studiarlo potrebbe consentire anche di mettere a punto “nasi elettronici” in grado di fare il loro stesso, utile lavoro. Emma Smith, del Cancer Research UK, mette comunque in guardia: “I dati sulla capacità dei cani di annusare il cancro sono ancora diversi fra loro, e non sarebbe pratico pensare di utilizzare gli animali su larga scala per diagnosticare tumori. Ma andare avanti con i test potrebbe darci una mano per mettere a punto strumenti nuovi» come i nasi elettronici.

Ecco alcune informazioni utili e curiose:

Il cane medio ha circa 220 milioni di recettori olfattivi nel naso; noi ne abbiamo circa 5 milioni.

Se le membrane che tappezzano la mucosa del naso del cane fossero distese su un piano, la loro superficie totale sarebbe di gran lunga superiore alla superficie totale dell’intero corpo del cane.
Il cane ha circa sette metri di membrana nasale. Noi ne abbiamo mezzo metro e abbiamo dimensioni corporee maggiori.
Nel cervello del cane, la zona responsabile del senso dell’olfatto ha mediamente un numero di cellule nervose 40 volte superiore a quelle presenti nella stessa zona del cervello umano.
Il cane ha una capacità olfattiva così acuta che puo`individuare e identificare odori talmente impercettibili che neppure le apparecchiature scientifiche più sensibili riescono a misurare.
L’olfatto è indubbiamente il più importante dei sensi “pratici” del cane ma anche il più difficile da comprendere da parte nostra.