Dopo il recente allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sull’effetto cancerogeno del consumo di carni rosse (bovine, suine, ovine e caprine), forniamo dati sulla zootecnia, sui consumi di carne per Paese e area geografica e sui danni ambientali e sociali (fame nel mondo) provocati dall’allevamento.
IMPATTO AMBIENTALE DEL CONSUMO DI CARNE
Acqua necessaria per produrre 1 kg di carne: manzo 15.500 litri; maiale 4.900 litri; pollo 4.000 litri. Il 70% dell’acqua dolce è consumata per zootecnia e agricoltura.
L’allevamento produce il 14,5% del gas serra: un bovino, attraverso le scoregge, libera nell’atmosfera circa 500 litri di gas metano l’anno.
Per produrre un 1 kg di carne servono da 8 a 12 kg di cereali: basterebbero a eliminare i problemi di fame e malnutrizione che affliggono il 20% dell’umanità. Due terzi del raccolto di cereali è destinato alla zootecnia, un terzo alla nutrizione dell’uomo. La quantità di cerali usati solo negli Stati Uniti per l’allevamento sarebbero sufficienti a sfamare 800 milioni di persone. E due terzi dei cereali esportati dagli Usa sono destinati all’alimentazione animale. La zootecnia è la prima causa di disboscamento delle foreste pluviali: 88% in Amazzonia. Da un ettaro si ricavano 25.000 kg di patate o 157 kg di carne. Nel mondo ci sono 4 milioni di ettari coltivati a vegetali (frutta, verdura, cereali) e 23 milioni di ettari coltivati a foraggio per l’allevamento. L’industria alimentare macella ogni anno 65 miliardi di animali.
CONSUMO ANNUO PRO CAPITE DI CARNE PER PAESE
ITALIA: 80 kg
FRANCIA: 89 kg
STATI UNITI: 125 kg
OCSE (Paesi sviluppati): 81 kg
PAESI IN VIA DI SVILUPPO: 17 kg
AFRICA: 12 kg
ASIA MERIDIONALE O ORIENTALE: 40 kg
MEDIO ORIENTE: 20 kg
AMERICA LATINA: 54 kg
MEDIA MONDIALE: 36 kg
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