14 lunedì Set 2015

Cosa sappiamo sull’Aloe vera, tra scienza e leggenda

aloeUna pianta dalle proprietà miracolose: questo sembrerebbe essere l‘aloe vera
panacea dei giorni moderni. Ilgel estratto dalle sue foglie è utilizzato quotidianamente da molte persone, per un mercato da 13 miliardi di dollari l’anno. Ma cosa sappiamo davvero di questa pianta miracolosa? Conosciamola meglio.

La pianta. L’aloe vera (Aloe barbadensis Miller) appartiene alla famiglia delle Aloeaceae. È una pianta succulenta che predilige i climi caldi e secchi. Le sue foglie, molto carnose, sono lanceolate con apice acuto, disposte a ciuffo e dotate di spine laterali. La loro lunghezza va da 40 a 60 cm. I fiori, disposti lungo un gambo che s’innalza al centro delle foglie, sono di colore giallo o rosso. Si riproduce con impollinazione incrociata (i fiori maschili e quelli femminili della stessa pianta non si incrociano mai tra loro).

Le origini e la distribuzione. La provenienza non è nota. Le prime piante risalgono a circa 19 milioni di anni fa: trovate in Africa del sud, per adattarsi alle mutevoli condizioni climatiche, si sarebbero poi diffuse a nord-est fino ad arrivare al Corno d’Africa. Da lì, grazie alla spinta evolutiva, hanno raggiunto e si sono sviluppate in molti nuovi habitat: Arabia, Madagascar, regioni desertiche, Messico, Moldavia, Santo Domingo, Argentina, Colombia, Cuba, Paraguay, Sudest Asiatico. Una popolazione di aloe vera selvatica però non è mai stata trovata e questo fa presupporre che in natura si sia estinta e la sua presenza abbondante in molte zone, sia dovuta a migliaia di anni di coltivazione. A dirlo è Nina Rønsted, specialista nell’evoluzione delle piante medicinali presso il Museo di storia naturale di Copenhagen in Danimarca che con altri colleghi, botanici europei e africani, ha collaborato nella realizzazione di un importante progetto, racconta il New Scientist, finalizzato alla ricostruzione dell’albero genealogico di questa pianta. Oggi l’aloe vera è coltivata in Africa, Australia, America, Russia e Giappone. In Europa si trovano estese coltivazioni in Spagna e in Italia, al sud anche se le dimensioni di queste ultime sono ancora limitate.

I composti e le proprietà. Nonostante le sue origini lontane nel tempo e la storia – che ne documenta l’uso come prodotto di bellezza da parte di Cleopatra e curativo da parte del chirurgo greco Dioscoride (autore del De Materia Medica) che la usò per curare tutti i problemi dei soldati dell’esercito di Nerone: dal mal di gola alle ulcerazioni dei genitali – lo studio sistematico e strutturato dell’aloe vera iniziò solo nel 1959 con Bill Coats, un farmacista texano.Dal punto di vista chimico contiene tre tipi di composti: gli zuccheri complessi (glucomannani e in particolare l’acemannano) presenti nel gel trasparente interno alla foglia; composti chimici legati a uno zucchero (gli antrachinoni, aloina in particolare) nella parte verde e coriacea della foglia e altre sostanze quali vitamine, aminoacidi, acidi organici, saponine e lignine, sali minerali, fosfolipidi (grassi) ed enzimi. Ai glucomannani sono riconosciuti effetti immunostimolanti mentre agliantrachinoni, proprietà lassative. Ma sono molte di più le presunte capacità attribuite all’aloe vera: cicatrizzante, rigenerante, antinfiammatoria, idratante, antipiretica, analgesica, batteriostatica, virostatica, fungicida, antistaminica, emostatica, disintossicante, antitumorale, disinfettante, emolliente.

L’uso. Le tante e potenziali capacità dell’aloe fanno sì che il suo utilizzo sia diffusissimo. Dalla cosmesi alla cura l’uso del gel dell’aloe vera è vastissimo: rimedio per problemi dermatologici, al trattamento di ustioni, come digestivo, crema lenitiva, idratante, solare, parte di detersivi, carta igienica e deodoranti. Sempre più frequentemente, la si ritrova poi polverizzata e aggiunto come integratore in alimenti come ad esempio lo yogurt. L’elenco è piuttosto lungo.

Prove a sostegni di efficacia. Ad oggi non ci sono sufficienti e robuste evidenze scientifiche a sostegno della sua efficacia. Due recenti revisioni sistematiche della letteratura scientifica – una effettuata per verificare le prove delle capacità di guarigione delle ferite acute (lacerazioni, ferite chirurgiche, ustioni e delle ferite croniche (ferite infette, ulcere venose) e l’altra per valutare l’efficacia nella prevenzione del trattamento delle flebiti (infiammazione della vena) nei pazienti ricoverati in ospedale in terapia somministrata per via venosa – non ne hanno confermato la reale efficacia.

Anche le sue capacità curative nei confronti di diversi tipi di tumori non sono scientificamente provate: ad oggi non esistono studi scientifici che documentano un ruolo certo dell’aloe vera nella prevenzione o nella cura del cancro anche se, come spiegano gli esperti dell’Associazione Italiana per la ricerca sul cancro (Airc), alcuni dei composti contenuti all’interno della pianta sono in fase di studio.

Perché ha così successo?. Le specie di aloe sono circa 500 – 200 quelle studiate da Rønsted e gli altri scienziati – e molte sono quelle che hanno all’interno delle loro foglie gel del tutto simile a quello dell’aloe vera. Secondo i ricercatori poi il 25% delle specie di aloe hanno un uso medicinale ma questo il più delle volte è conosciuto solo nel contesto in cui la specie viene coltivata, cresce ed è utilizzata, ovvero localmente. Perché però proprio l’Aloe Vera ha riscosso così successo? Per caso e a ragioni strettamente pratiche, secondo Rønsted: è facile da raccogliere, da coltivare e da trasportare e le piantine sono in grado di sopravvivere a lungo senza terra e acqua. Anche tagliate le foglie si mantengono fresche e sono utilizzabili per un lungo periodo di tempo.

Articolo scritto da Marina Vanzetta
http://www.galileonet.it/2015/07/cosa-sappiamo-sullaloe-vera-tra-scienza-e-leggenda/

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